Di Paolo Bertoli
In questi ultimi anni abbiamo di frequente riflettuto sul ruolo del Direttore Amministrativo e sulla sua evoluzione. È ormai evidente come questo manager abbia abbandonato il ruolo tradizionale di uomo dei conti e come sia gradualmente aumentato il suo coinvolgimento nei processi decisionali e di sviluppo delle imprese, tendendo – nelle grandi aziende – al modello del CFO riscontrabile nel mondo anglosassone.
In questa ottica sono utili e ancora più attuali i risultati de “The Digital Finance Imperative”, una ricerca promossa da Oracle e realizzata a novembre 2015 dal Chartered Global Management Accountant (CGMA), che ha come protagonisti i CFO dell’area EMEA. Secondo tale studio, questi professionisti devono riprogettare gli strumenti di misurazione dello stato di salute delle loro imprese nell’era digitale, ricercando efficaci indicatori di performance per meglio misurare il valore delle risorse intangibili, come per esempio la soddisfazione del cliente, il valore del brand e la capacità di valutare la qualità dei processi di business.
Più di 370 i Chief Financial Officer intervistati che hanno indicato quali principali driver di valore per le loro aziende la customer satisfaction (76%), la qualità dei processi di business (64%) e la relazione con il cliente (63%). L’importanza di questi driver è testimoniata dal fatto che le risorse intangibili rappresentano l’80% del valore delle aziende che compongono l’indice S&P 500.
Peccato però che solo pochi di loro hanno affermato di avere pieno accesso ai dati necessari e agli strumenti di analisi atti a misurare e monitorare questi elementi: soltanto il 25% è in grado di raggruppare e analizzare i dati che riguardano il customer sentiment, il 20% ha accesso a dati che mostrano l’impatto del brand sul business, e solo un terzo degli intervistati sostiene di riuscire a misurare la qualità del proprio processo di business.
Il CFO si trova in una posizione privilegiata. Deve perciò sfruttare questa posizione per supportare il CEO, e quindi l’impresa, verso un modo di condurre e controllare il business più efficace. Per farlo tuttavia deve dotarsi di strumenti validi che consentano l’informatizzazione dell’enorme mole di dati da gestire, di analisi da effettuare e di clienti da informare. Strumenti che gli consentano di ottenere poi dati sintetici da valutare e interpretare. È importante inoltre analizzare dati reperibili da svariate fonti, in particolare il digitale e il Web, e poi classificarli per ottenere i dati di valore essenziali. Informazioni quindi di sintesi, che devono essere utilizzate per decidere strategia e operatività e che vanno comunicate anche al pubblico esterno per trasmettere il valore: clienti, investitori e stakeholder.
Lo scenario italiano della ricerca (circa 250 manager), rivela come più della metà dei Responsabili Amministrativi e Finanziari sia maggiormente preoccupato per l’impatto dei cambiamenti provenienti dall’esterno dell’azienda (temi macro-economici, crescente concorrenza e aumento dei costi del business e dell’innovazione) rispetto a quelli riscontrabili internamente.
Se quindi è di tutta evidenza che i team finanziari necessitano di tecnologie e strumenti in grado di analizzare meglio le varie aree del business e di valutare i rischi, occorre purtroppo prendere atto che molte imprese non hanno effettuato i necessari investimenti per migliorare i processi e per dotarsi di sistemi informativi adeguati, restando alle prese con sistemi legacy rigidi e involuti ormai prossimi ai limiti delle loro capacità operative. A conferma di ciò è interessante notare che il 65% dei CFO italiani conferma in tal senso di disporre di sistemi customizzati cresciuti di complessità nel tempo, e ben il 63% è convinto che questi sistemi non riusciranno a gestire le necessità delle rispettive aziende nel prossimo futuro.
Le soluzioni per ovviare a questi timori, auspicate da tre quarti dei manager interpellati, sono di fatto tre: un forte committment del CEO su questi temi, un più stretto allineamento con i CIO e – non ultimo – l’utilizzo di sistemi software adeguati che possano concretamente aiutare i CFO nella loro missione, ovvero quella di trasformare dati e numeri in informazioni utili a governare le imprese.
Articolo pubblicato nella rivista ANDAF di Ottobre 2016