Di Paolo Bertoli
Le luci notturne nella fotografia in prima di copertina descrivono, con una sintesi perfetta, il nostro pianeta. Da una parte un mondo illuminato, scintillante, vivace; dall’altra parte un mondo più buio, più oscuro, più triste.
Se avessimo la possibilità di spostare la lancetta del tempo indietro di un quarto di secolo vedremmo una fotografia molto simile, forse soltanto con qualche luce in meno, ma che ci rappresenterebbe la stessa disparità.
Cosa è successo, quindi, in questi ultimi 25 anni? Quali epocali cambiamenti abbiamo vissuto? Quali esperienze sono state raccolte dalle popolazioni dei due diversi mondi, quelle “illuminate” e quelle “al buio”?
Molte, e in tutti i campi. Ma una, tra tutte, della quale abbiamo potuto vedere finora – e solo in minima parte – alcuni effetti straordinariamente positivi e nello stesso tempo paurosamente negativi.
Il modo di comunicare!
La televisione via satellite e internet rappresentano nella storia dell’intera umanità un momento epocale, forse paragonabile all’era del ferro o all’invenzione della stampa.
La possibilità di condividere in tempo reale dati, informazioni, esperienze, porta ad un continuo travaso di conoscenze attraverso un complesso sistema di vasi comunicanti i cui terminali sono la nostra TV o il nostro computer.
Anche se, nella caotica vita di tutti i giorni, non sempre riusciamo a coglierne il profondo significato, è come se in casa di un pastore che vive nel deserto del Sinai o nell’isola di Nosy Be, di fronte alle coste del Madagascar, ci fosse una finestra affacciata su Via Veneto a Roma o sulla 42ma strada a New York.
Ed ecco che, all’improvviso, chi viveva al buio vede le luci. Non le proprie, ma quelle più lontane, di quei popoli del nord. Ne sente i rumori, visita i loro negozi, i monumenti, percepisce il caos delle città, ascolta lingue diverse.
E non può non porsi molti interrogativi.
Pensando a questo tema, sto già immaginando quali argomenti condividere con Voi durante il prossimo XXXI Congresso Andaf che si terrà) a Malta dal 15 al 22 ottobre 2006.
Vorrei proporvi il tema di come riuscire a creare valore, quello economico ma anche quello etico, ricordandoci di un monito lasciatoci da Blaise Pascal, nel lontano1653, con i suoi studi sull’equilibrio dei liquidi. Attraverso i quali ci dimostrerebbe, ove immaginassimo di sostituire nel nostro sistema di vasi comunicanti l’acqua con la ricchezza, che le luci dell’Europa devono riuscire ad illuminare anche quel mondo più buio.
Editoriale pubblicato sulla rivista ANDAF di Aprile 2006